12 luglio 2022

I momenti difficili sono i ricordi più belli

Immagini di Markus Weinberg & Mitchell Dick

Jonas Deichmann ha circumnavigato il Globo percorrendo 120 Ironman: un’impresa lunga ben 429 giorni che neppure la pandemia ha fermato

C’è un proverbio tedesco che recita: wo ein Wille ist, ist auch ein Weg. Tradotto: dove c’è volontà, c’è anche una strada. Lunga è stata quella percorsa da Jonas Deichmann: da Monaco di Baviera a Monaco di Baviera circumnavigando l’intero pianeta in modalità triathlon. Questa l’impresa senza precedenti che il trentaquattrenne di Stoccarda ha portato a termine lo scorso novembre.
In 429 giorni, l’atleta e avventuriero ha coperto 120 volte la distanza Ironman, ovvero 456 chilometri a nuoto, 21.600 chilometri in bicicletta e 5.060 chilometri di corsa. Il tutto senza alcun supporto esterno al seguito, salvo alcuni collegamenti obbligati, e portando con sé tutta l’attrezzatura necessaria. Proprio quest’ultimo aspetto ci riguarda direttamente. Sulla bici di Jonas, infatti, erano montate ruote Fulcrum: nello specifico, le Wind 40/55 DB Combo per i tratti d’asfalto e le Rapid Red 3 per quelli in fuori strada. Ecco come è andata.
 
Il meteo, un avversario in più
È il 26 settembre 2020 quando Deichmann, dopo un rinvio nei mesi precedenti causa pandemia, si presenta all’Odeonsplatz di Monaco per la partenza. E subito il meteo si mette di traverso: fa freddo e piove a dirotto. Non solo: Jonas è costretto a rivedere subito il percorso. Il passo Grossglockner attraverso le Alpi è chiuso per neve e il Tirolo è zona a rischio per il Covid-19: si opta, quindi, per una deviazione attraverso la Tazzelwurmstrasse e il Tauernpass.
Deichmann pedala attraverso le Alpi fino a Karlobag, sulla costa della Croazia. Da qui nuota per 456 chilometri nel mar Adriatico. Raggiunge Dubrovnik il 22 novembre dopo 54 giorni in acqua caratterizzati da maltempo, correnti avverse, qualche infortunio, ma anche con il grande supporto della popolazione croata. Con questa impresa ha stabilito un nuovo record: il percorso a nuoto più lungo senza una barca di scorta. «La mia breve e fortunata carriera di nuotatore finisce qui – chiarisce, però, sul diario di viaggio online –: sono felice di esserci riuscito, ma non lo farò più. Sono felice di tornare finalmente in sella alla mia bici».
© Markus
Un mese in “stand-by” pedalando per l’Anatolia
Ripartendo da Dubrovnik, Deichmann ha davanti a sé tutta l’Asia da percorrere: Montenegro, Albania, Macedonia, Bulgaria e poi Turchia. A Istanbul Jonas deve rimettere nuovamente mano al percorso fino a Vladivostok, sulla costa del Pacifico. L’idea iniziale era quella di evitare l’inverno siberiano e pedalare attraverso il Sud dell’Asia. Purtroppo, però, tutti i Paesi a Est della Turchia avevano chiuso le frontiere a causa della pandemia e non rimaneva che la via a Nord. La Russia in un primo momento nega il visto, bloccando, di fatto, il tedesco. Jonas non si dà per vinto e per quattro settimane si tiene allenato pedalando lungo l’Anatolia in cerca di una soluzione, finché l’Unione tedesca di triathlon e il Comitato olimpico russo riescono a sbloccare la situazione facendogli avere un visto.
È il momento di ripartire. Deichmann risale la penisola balcanica a Est attraversando Bulgaria, Romania e Moldavia. A Kharkiv, la seconda città più grande dell’Ucraina, il tedesco prepara la bici per la Russia: passa a pneumatici più larghi e con un battistrada speciale per avere più aderenza sulle strade ghiacciate. Il freddo, l’acqua, il fango e la neve, senza parlare delle strade spesso sconnesse, mettono a dura prova la bicicletta, tanto che si rende necessario un altro check-up a Chelyabinsk, là dove inizia la Siberia. Qui Jonas prende in mano la situazione e modifica, ancora una volta, i piani: vuole una ruota veloce e decide così di mantenere le ruote Wind nonostante i lunghi tratti di fuori strada che lo aspettano. I 17.000 chilometri percorsi in condizioni estreme e con temperature polari dimostrano l’affidabilità del prodotto in ogni condizione.
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L’oceano (poco) Pacifico e il Messico che adotta il “Forrest Gump tedesco”
Dopo aver pedalato lungo tutta la Russia, il 17 maggio 2021 Deichmann raggiunge Vladivostok. Qui è costretto a cambiare ancora una volta e radicalmente tutti i piani previsti per le Americhe. Rinuncia all’opportunità di attraversare il Pacifico in “co-sailing” a causa del meteo avverso, con numerosi uragani che gravitano sull’oceano. Insomma, di “pacifico” c’è solo il nome… Salta anche il coast to coast di corsa per il Nord America a causa delle restrizioni applicate per arginare la diffusione del Covid-19. «I momenti difficili sono i ricordi più belli» ricorda, però, sempre il tedesco.
La traversata viene fatta allora in aereo, destinazione Messico: Deichmann atterra a Tijuana e in 117 giorni, dopo 5.060 chilometri di corsa, raggiunge Cancún. Il trentaquattrenne entra in breve tempo nel cuore dei messicani: i media locali lo seguono, riportando quotidianamente le avventure del “Forrest Gump tedesco”; una visibilità che porta migliaia di corridori e ciclisti locali ad accompagnarlo per gran parte del percorso. Un tragitto lungo circa quanto 120 maratone, durante il quale Jonas ha trainato dietro di sé un carrellino con tutto il materiale.
© Markus
Il rientro in Europa e l’ultima sessione in bici
Salutata Cancún, il 29 ottobre Deichmann atterra a Lisbona e inizia l’ultima lunga frazione che lo separa da Monaco di Baviera: circa 4.000 chilometri da percorrere nuovamente con la fidata bicicletta. Siviglia, Malaga, Valencia, Barcellona: un tragitto paesaggisticamente da sogno che il tedesco riesce a coprire al ritmo anche di 200 chilometri al giorno. Poi il passaggio lungo il Sud della Francia, la Costa Azzurra e l’ultima grande sfida da superare: il Mont Ventoux, il “Gigante della Provenza”, una delle salite leggendarie del ciclismo.
Infine, il 29 novembre 2021, dopo 429 giorni e 18 Paesi attraversati, Deichmann conclude il suo giro del mondo raggiungendo nuovamente Monaco di Baviera. Famiglia, sponsor, media e tanti sostenitori lo accolgono a Odeonsplatz, dove entra da trionfatore. Il tempo di una doccia e di un veloce passaggio dal barbiere e partono i festeggiamenti. Il tedesco aggiunge così questa incredibile impresa al (già) corposo libro dei record personali, che guardano sempre oltre lo sport. Il progetto Triathlon 360 Degree non fa eccezione: l’idea era sensibilizzare l’opinione pubblica sui cambiamenti climatici e raccogliere fondi per World Bicycle Relief e Oxfam. Anche questa impresa è riuscita, con 23 mila euro che serviranno per mandare biciclette nelle regioni remote dell’Africa e consentire a bambini e ragazzi di andare a scuola e costruirsi un futuro. Ben fatto, gut gemacht, Jonas! 
 
Il commento di Jonas
"Ho usato le WIND per più di 21.00km nel mio viaggio attorno alla terra. Oltre ad essere leggere e aerodinamiche mi danno anche la reale sensazione di essere veloci. Sono ruote specifiche da strada ma le ho testate anche nei terreni accidentati e con le temperature estreme della Siberia in inverno”