03 novembre 2022
Intervista al Team Enough
Trovare un tratto comune tra i componenti di Enough e di conseguenza definire il Collettivo stesso è piuttosto complicato. Per semplificare, potremmo dire che Enough è un team gravel, ma la realtà è molto più variegata di così. E poi, se li incontrate in giro, non chiamateli team gravel che si offendono!
Da viaggi ed esperienze non competitive a gare di un giorno come Unbound gravel passando per adventure race come la Silk Road Mountain Race, Enough tocca diverse discipline ed attività grazie ai diversi modi di intendere la bici di chi ne fa parte.
Per questo abbiamo pensato di conoscerli meglio in una piccola intervista ai membri del collettivo. Abbiamo preparato un po’ di domande e le abbiamo distribuite ai ragazzi. Il risultato è qui di seguito. Non proprio un’intervista lineare e ordinata, ma in fondo è proprio questo lo stile di Enough. Non potevamo di certo fare diversamente.

Quanto conta la testa, quanto contano le gambe e quanto conta lo stile?
Asja: la testa conta più di tutto, quando hai la mentalità giusta hai già vinto, le gambe sono solo necessarie per pedalare e andare avanti. Lo stile: beh lo stile.. lo stile ti fa guadagnare subito 100w!
Fede D: Tra testa e gambe, dipende quanto è lunga la traccia. Più è lunga e più la testa fa la differenza. Devo dire invece che nella vita di tutti i giorni sono la persona meno attenta allo stile, ma in bicicletta le cose cambiano.
Frank: Sicuramente la testa conta molto. Più volte mi ha tirato fuori da situazioni difficili, ma chiunque va in bici sa che senza le gambe si va da poche parti. Per quanto riguarda lo stile non credo sia una mia priorità, anche se devo dire che Enough fa di tutto per compensare a questa mia mancanza, tra design della maglia e della bici. Io sono cresciuto negli anni 2000 e ho visto i grandi campioni correre con i fantasmini, non ci faccio molto caso anche se poi fa piacere avere un “certo stile”.
Il weekend perfetto: in percentuale quanta bici e quanta festa?
Fede D: andare in bici deve essere sempre un divertimento, quindi 100% festa. Di cui una buona parte fatta in sella a una bici. A volte è solo bici, molto più spesso c’è una buona percentuale di divertimento anche a bici ferme: l’importante è essere con le persone giuste!
Mavi e Manuel: Fifty-fifty fino alle estreme conseguenze
Asja: la festa va in proporzione ai km in bici che fai, quindi più bici = più festa, più km = più birre.
Jacopo: Il weekend perfetto è 60 % bici e 40% festa. Un bel 60 corposo, che per proprietà transitiva rende corposo anche il 40. Ho la gran fortuna di sentirmi affine a chiunque pedali senza troppa ansia da prestazione: non fermarsi a celebrare la cosa sarebbe un vero peccato.

Scenario: stai partendo per un weekend in bikepacking. Cosa non può mancare nella tua borsa?
Sisa: Il mio livello di preparazione delle borse sta migliorando sempre di più. Ho imparato che non può mai mancare una camera d’aria nel caso di danni gravi al setup tubeless e dopo il Tuscany trail anche una bella crema per le zone delicate, oltre ovviamente al mascara! 😂
Jacopo: La mia uscita in bici ideale, indipendentemente da quanto lunga sia, prevede una sosta al supermercato dove acquistare viveri per poi portarsi in un punto per prendersi una pausa come si deve. In questo ho sempre trovato essenziale avere con me uno zainetto richiudibile da 10 litri: dentro ci sta di tutto ed è comodo da trasportare anche per svariati km. Credo sia l'oggetto che nelle mie borse non manca mai. Tutto il resto, a giro, me lo dimentico a casa!
Fede B: Nella mia borsa non può mancare il coltellino svizzero: perché non serve mai, ma poi serve sempre.
Mavi: un pacchetto di Sottilette “Le originali”, cookies, spazzolino e dentifricio e un cappellino.
E se stai andando a una gara?
Frank: Sicuramente il kit per la foratura. Sono terrorizzato di rimanere a piedi da qualche parte e non poter riparare. Vi dico solo che per Unbound avevo 8 bombolette di co2.
Fede B: Se sto andando ad una gara, cerco di togliere tutto ma non potrà mai mancare la mia tartaruga portafortuna che sta sempre nella borsa anteriore.
Mavi: haribo, snickers e la spilla a forma di rana in tasca o attaccata alla borsa Missgrape.
Di cosa non puoi fare a meno quando NON pedali?
Sisa: Dei miei berretti/cappellini. Penso non mi abbiate mai visto in giro senza un Beanie colorato!
Asja: e quand’è che non pedalo?
Jacopo: Di una birra in buona compagnia, con gente che abbia argomenti e sappia trasmettermi energia positiva.
Mattia: La prima cosa che mi viene in mente è sicuramente il cibo. Ma per una volta voglio essere anche un po’ emotivo. E non riesco a fare a meno di casa mia, della mia famiglia, delle mie nipotine. Mi piace andare in giro ma casa è casa!

Qual’è il tuo momento preferito di un giro in bici?
Fede D: Quando fai un giro lungo e sei nel punto più lontano della traccia, perché sai che ormai dovrai chiuderlo e non hai più modo di tagliare.
Manuel: Il ristoro a fine di una lunga salita.
Mattia: quando passi la soglia dove le gambe non contano più niente. Dove conta la tua motivazione, la tua fame, la tua voglia di andare avanti. Insomma dove conta la testa!
Sisa: Durante i miei giri il “mio” momento è quello appena prima della fine della salita, quei metri da “ultimo” sforzo, da “dai che è finita” da “dai che ora spiana”. Perché un momento così strano? Perché mi piace la concentrazione che riesco ad avere, mi piace isolarmi un pochino e vedere come sto. Questo è il momento serio, se no -ovviamente- il momento migliore è quando mangio il panozzo più panozzo che ci sia!
Fede B; Uno di quelli che preferisco è quando, passate un paio d’ore, inizi a sentirti in simbiosi con la natura e con ciò che stai facendo, con la fatica che inizia a bussare. Non per ucciderti, ma per farti godere ancora di più del momento.
Descrivi Enough in meno parole possibile.
Frank: Gruppo fantastico fatto di persone fantastiche.
Manuel: Collettivo che pedala per stare bene.
Mattia: Condivisione, amici, felicità, avventura.

Spille, cappellini, coltellini svizzeri. Soste al supermercato, gare di 48 ore senza dormire o lunghe pause seduti in mezzo a un prato. Definire cosa sia Enough cycling è piuttosto difficile anche dopo aver sentito i suoi componenti: di certo è un equilibrio sottile e quasi magico e sempre in movimento. Forse è proprio questo movimento che lo tiene così in un equilibrio così stabile: proprio come succede a una bicicletta.
Puoi scoprire di più a proposito del collettivo Enough sul loro sito web enoughcycling.cc
Fotografie di Chiara Redaschi, Nicola Marchiori, Federico Damiani e Sami Sauri.
